In occasione di Bauma 2025, a Monaco, John Deere Power Systems ha messo in chiaro la sua visione sul futuro della propulsione per macchine off-highway. Un futuro dove i motori a combustione interna, in particolare diesel, continueranno a giocare un ruolo centrale, affiancati da soluzioni elettrificate e batterie sempre più compatte ed efficienti

Tra le novità più attese presentate da John Deere in occasione di Bauma 2025 si è inserito il nuovo motore “JD4”, un quattro cilindri progettato da zero che rappresenta un’evoluzione radicale rispetto al precedente cam-in-block in servizio da oltre vent’anni. 2JD4” è in effetti un motore con distribuzione ad albero a camme in testa e alimentato con un sistema di iniezione ad alta pressione progettato per offrire un’elevata efficienza volumetrica e termica in un’architettura estremamente compatta. Pensato per equipaggiare macchine oem nei segmenti della costruzione e dell’agricoltura, si distingue per la sua versatilità architetturale, nata con l’obiettivo di ospitare tecnologie che permetteranno di rispettare le normative emissive future senza dover riprogettare l’intero gruppo motore.
In fase di sviluppo dal 2022, “JD4” è attualmente sottoposto a una intensa campagna di test di durata su decine di veicoli, in condizioni estreme di temperatura, vibrazione e carico, allo scopo di garantire la robustezza necessaria al ciclo di vita delle applicazioni heavy duty. Il nuovo propulsore non solo è più efficiente e compatto rispetto al predecessore, ma è anche più flessibile dal punto di vista energetico. E’ infatti predisposto per funzionare, con le opportune modifiche, anche con combustibili a innesco comandato come gas e idrogeno, in un’ottica di adattamento ai contesti normativi e infrastrutturali dei diversi mercati globali. John Deere ha anche aumentato in maniera significativa il numero di uscite ausiliarie sul motore, passando da una a tre, per soddisfare le crescenti richieste di potenza accessoria in veicoli sempre più elettrificati.

Un chiaro segnale della volontà di supportare architetture ibride, sia mild sia full hybrid, dove la gestione della potenza può essere distribuita tra il motore e l’elettronica di bordo. A questo si aggiunge una soluzione meccanica di rilievo, come i registri valvole idraulici, ora introdotti anche su motori compatti. Una tecnologia derivata dal mondo automotive, ma adattata per durare decine di migliaia di ore di lavoro continuo, eliminando la necessità di interventi di regolazione manuale sul valvetrain e riducendo quindi i costi di manutenzione.
Sul fronte software, John Deere mantiene un approccio verticalmente integrato. Sviluppa internamente sia l’elettronica di controllo che i software Ecu, costruendo in casa le centraline. Questo consente di implementare aggiornamenti over-the-air per ottimizzare le prestazioni senza fermare la macchina e di abilitare un livello avanzato di diagnostica predittiva. Il sistema “expert alerts” sfrutta infatti i big data raccolti via telematica per anticipare possibili guasti e pianificare le manutenzioni in base all’effettivo utilizzo, arrivando a segnalare con precisione eventi come l’usura stimata di un componente specifico a sette mila ore di funzionamento.

Parallelamente, John Deere ha presentato il nuovo pacco batterie Kreisel “KBE.59.750M”, più compatto rispetto al precedente “KBP63”, progettato per abilitare architetture full-electric su macchine compatte e come supporto alla gamma di soluzioni ibride in ambito construction e agricolo. La rapidità con cui evolvono le batterie, molto più veloce rispetto a quella dei motori a combustione, è alla base della strategia duale di JDPS, che continua a investire massicciamente sia nella propulsione diesel per applicazioni con cicli di lavoro intensivi e continui, come le mietitrebbie o i dumper, sia nell’elettrificazione per tutte quelle applicazioni cicliche dove la rigenerazione dell’energia consente una reale ottimizzazione del sistema ibrido.
Titolo: John Deere Power Systems, destinazione off-highway
Autore: Redazione