Bieffe Project Mimì: eccellenza tecnologica in cerca di mercato

Nato dalla collaborazione tra Bieffe Project e l’Università di Modena e Reggio Emilia, “Mimì” è un innovativo veicolo compatto progettato per far fronte a esigenze di logistica urbane. Si offre con una propulsione full electric o a idrogeno fuel cell con supercapacitori allo stato solido. Un’eccellenza tecnologica il cui futuro commerciale è però ancora incerto

Bieffe Project Mimì
Bieffe Project Mimì

I veicoli commerciali compatti rappresentano una soluzione fondamentale per il trasporto urbano e per l’operatività delle piccole e medie imprese. In tale segmento e in Italia Piaggio “Porter” e Piaggio “Ape” hanno segnato la storia della mobilità commerciale grazie alle loro doti di versatilità, compattezza e capacità di adattarsi alle più diverse necessità locali. Introdotto nel 1948, Piaggio “Ape” si presentò quale evoluzione a tre ruote di “Vespa” e subito diventò un simbolo della mobilità commerciale italiana grazie a un design compatto, abbinato a un’elevata capacità di carico rispetto alle dimensioni.

Bieffe Project Mimì
Bieffe Project Mimì

Il tutto offerto poi a un prezzo concorrenziale che fece diventare “Ape” un mezzo quasi imprescindibile in numerosi settori, dall’artigianato alla piccola logistica all’agricoltura, rispondendo con efficienza alle esigenze del territorio italiano, caratterizzato da centri storici con viabilità complessa e da zone rurali con percorsi accidentati. Negli Anni 90 arrivò poi “Porter”, altro veicolo compatto a marchio Piaggio progettato per adattarsi ai più diversi profili di missione potendo muoversi sulla base di un’architettura a quattro ruote che rispondeva alle esigenze di tempi più moderni.

A quest’ultimo mezzo si ispira oggi “Mimì”, un ennesimo commerciale compatto progettato per far fronte alle distribuzioni dell’ultimo miglio interamente sviluppato in Italia da Bieffe Project e forte di soluzioni tecniche innovative in termini di powertrain. Quest’ultimo è in effetti sviluppato sulla base di due differenti forme di propulsione elettrica con quella di base che si può definire tradizionale in quanto alimentata da batterie e quella più innovativa basata su fuel cell alimentate con idrogeno e asservite da supercapacitori.

Due soluzioni non in concorrenza e volute per soddisfare diverse esigenze operative, garantendo sempre un impatto ambientale nullo. La versione completamente elettrica utilizza un motore sincrono a induzione con rotore a gabbia, una tecnologia affidabile e collaudata che garantisce elevata efficienza permettendo di sfruttare al meglio una potenza massima di 15 chilowatt e una coppia massima di 350 newtonmetro. A sostenere tali erogazioni provvede una batteria agli ioni di litio da 25 chilowattora di capacità e operante a 144 volt, gruppo in grado di realizzare un’autonomia di circa 230 chilometri nel ciclo di omologazione wlpt risultando ricaricabile a seconda della potenza disponibile in 171 minuti con colonnina da sette chilowatt, 109 minuti con una potenza di 11 chilowatt e solo 55 minuti con una colonnina da 22 chilowatt. Il sistema di trazione è posteriore e attuato con un assale elettrificato che integra motore e differenziale.

A fianco di tale versione si colloca poi quella operante mediante idrogeno che alimenta una cella a combustibile a membrana a scambio protonico, abbinata a supercapacitori allo stato solido e a una batteria agli ioni di litio da quasi otto chilowattora di capacità e operante con un voltaggio di 144 volt. Il serbatoio dell’idrogeno da 27 litri di capacità stocca il combustibile e una pressione di 350 bar garantendo un’autonomia di circa 240 chilometri a fronte di rifornimenti attuabili in pochi minuti tramite un ugello standard Sae J2600.

Unico veicolo della sua categoria a proporre un così sofisticato sistema di propulsione, “Mimì” vanta un’efficienza fino al 30 per cento superiore a quanto normalmente proposto dai veicoli a idrogeno mossi da fuel cell e ciò grazie all’abbinamento di tali componenti con i supercapacitori, una batteria e un sistema di gestione pilotato per via elettronica che prevede anche il recupero di energia in fase di frenata. Così concepito, “Mimì” non è solo un veicolo innovativo dal punto di vista tecnico, ma rappresenta anche un esempio di eccellenza del Made in Italy essendo frutto di una collaborazione fra la già citata Bieffe Project e l’Università di Modena e Reggio Emilia ed essendo realizzato con una filiera produttiva interamente concentrata in Emilia-Romagna.

Bieffe Project Mimì
Bieffe Project Mimì

Da segnalare anche la progettazione modulare, nel senso che oltre a essere un mezzo flessibile e modulare, adattabile a diversi tipi di allestimenti, “Mimì” è pensato per una futura conversione da elettrico puro a elettrico fuel cell grazie a un kit specifico allorquando si sarà sviluppata un’infrastruttura di rifornimento per tale combustibile.

Il progetto, che ha già ricevuto finanziamenti regionali e ha richiesto un investimento iniziale di 750 mila euro, punta ora alla fase di industrializzazione con l’obiettivo di portare “Mimì” sul mercato entro il 2026 contribuendo a perseguire quella transizione energetica auspicata dall’Unione Europea, ma oggi rimessa in discussione dal susseguirsi di eventi bellici e politici del tutto imprevisti. Proprio tale incertezza porta a ipotizzare che nonostante il veicolo sia molto innovativo c’è il rischio concreto che proprio il mercato lo rifiuti, a maggior ragione se si pensa che si inserisce in un segmento che da sempre ha basato i successi di vendita dei propri veicoli sulla semplicità costruttiva e sui costi ridotti.

Due tonnellate di portata

Dal punto di vista delle dimensioni, “Mimì” avanza un passo di due mila millimetri, una lunghezza totale di tre mila e 700 millimetri e una larghezza di mille e 340 millimetri. Grazie a un raggio di sterzata di tre mila e 500 millimetri non ha problemi per manovrare anche negli ambiti urbani più ristretti o all’interno di strutture edilizie, possibilità quest’ultima accentuata dal fatto che le emissioni inquinanti sono nulle e quelle sonore quasi. La massa in ordine di marcia di 930 chili mentre la massa massima ammissibile sfiora le tre tonnellate, valore che di fatto dà luogo a una capacità di carico di quasi due tonnellate.

Operatore e merci galleggiano poi su un sistema di sospensioni anteriori di tipo MacPherson con ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto mentre al ponte posteriore è previsto un assale a ruote interconnesse con ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto e balestre semi-ellittiche. Il sistema frenante prevede freni a disco anteriori da 210 millimetri e freni posteriori a tamburo da 190 millimetri, con un freno di stazionamento ad azionamento elettrico.  

Titolo: Bieffe Project Mimì: eccellenza tecnologica in cerca di mercato

Autore: Redazione

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