Innovazione, transizione tedesca

“Del doman non v’è certezza” scriveva il signore di Firenze Lorenzo de’ Medici, nonché scrittore e poeta, a conclusione del componimento la “Canzona di Bacco” nel 1490. Frase che ben si inserisce oggi nel panorama globale della transizione tecnologica in atto nei più differenti settori. Non ultimo quello della meccanizzazione agricola.

innovazione, transizione tedesca

Innovazione, la transizione tedesca di Bosch

Nonostante gli exploit prototipali e la molteplicità delle nuove tecnologie proposte ad Agritechnica 2023 quali risultati di importanti investimenti economici e in termini di ricerca e sviluppo, non c’è nessuna certezza circa le soluzioni operative e di prodotto che si affermeranno negli anni a venire. Soprattutto in riferimento ai sistemi propulsivi, situazione che spinge tutte le aziende a portare avanti più programmi di sviluppo in attesa che si concretizzino le domande dei mercati. Non è un caso dunque se proprio in occasione di Agritechnica Bosch Engineering si sia presentata con un ampio parterre di prodotti atto ad assecondare le necessità di sviluppo delle future tecnologie con particolare riferimento a quelle legate ai sistemi propulsivi e ai sistemi automazione delle macchine.

Iniettori specifici per l’idrogeno

Relativamente ai motori, anche Bosch vede in quelli a combustione interna alimentati con idrogeno l’alternativa più concreta per il raggiungimento della neutralità climatica del settore salvaguardando i livelli produttivi necessari al sostentamento delle produzioni alimentari. E in tale contesto ha presentato uno speciale iniettore atto a gestire l’idrogeno iniettato per via diretta in camera di combustione, un gruppo in grado di operare per la sua intera vita utile senza richiedere il supporto di un sistema di lubrificazione aggiuntivo. Va precisato che nell’arco di vita di una macchina operatrice l’iniettore esegue circa un miliardo di iniezioni e che l’utilizzo dell’idrogeno definisce due criticità. La prima è proprio la mancanza di quella lubrificazione che sui diesel è fornita dal carburante stesso. La seconda è l’aggressività dell’idrogeno nei confronti dei materiali con cui entra in contatto.

Nuovi design e nuovi materiali

Per superare tali empasse Bosch è ricorsa a un nuovo design degli iniettori teso a minimizzare i contatti fra il combustibile e i condotti di passaggio, peraltro realizzati con rivestimenti specifici atti a escludere usure premature. Altro campo di sviluppo per Bosch è poi l’elettrificazione, ambito che in occasione della Fiera Tedesca ha visto l’esordio di due muovi motori elettrici da 90 e 140 chilowatt di potenza, 122 e 190 cavalli, di tipo sincrono a magneti permanenti operanti a 400 volt e associati a inverter con convertitori dc/dc ad alte prestazioni per l’alimentazione degli impianti 12 volt presenti a bordo macchina.

Operano asserviti da centraline “electric drive contro unit” studiate in maniera specifica per applicazioni agricole e forestali in grado di gestire tutti i flussi energetici della macchina con interfacce hardware e software dedicati.

Sempre fedele al diesel

Se tale carburante può essere il futuro, il presente al momento è solidamente ancorato ai motori diesel. E a tale proposito non sorprende che Bosch abbia presentato in occasione di Agritechnica il sistema di iniezione “Crsn”. Un impianto common rail modulare dedicato a veicoli commerciali e applicazioni off-road, scalabile tra i mille 800 e i due mila 500 bar di pressione e studiato per motori fino a otto cilindri al fine di incrementare l’efficienza di funzionamento collaborando alla riduzione di anidride carbonica. 

La risposta italiana

In occasione di “Cti Symposium”, evento internazionale imperniato sulle nuove tecnologie di propulsione per auto e veicoli commerciali, Marelli ha presentato il suo primo sistema di alimentazione per motori a idrogeno, costituito da iniettori specifici con design brevettato e un’altrettanto specifica centralina di controllo.

Forte delle esperienze maturate nel campo dell’iniezione diretta di benzina a pressioni di oltre 700 bar, Marelli ha alzato tale pressione a mille bar sviluppando una soluzione specifica per l’idrogeno basata su iniettori operanti ad alta pressione aventi le stesse dimensioni di quelli utilizzati per i carburanti tradizionali e dotati di una doppia attuazione, cioè di un circuito magnetico specifico per il controllo della velocità dell’ago e un’elevata portata statica. Il design brevettato mira inoltre a garantire la massima affidabilità anche in condizioni d’uso difficili, mentre il sistema di alimentazione include anche un riduttore di pressione con regolatore integrato per adeguare la pressione dell’idrogeno alla quella di iniezione. L’intero funzionamento è regolato da una centralina che utilizza algoritmi, software e strategie specifiche sviluppate internamente da Marelli per gestire la complessità del sistema a idrogeno.

Titolo: Innovazione, transizione tedesca

Autore: Redazione

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